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3 Assi dello Stress: tra salute e malattia (con casi e spunti applicativi) - Parte 1

NB: il seguente testo è un estratto dal nuovo libro che stiamo revisionando e sarà disponibile nei prossimi mesi... presto arriveranno nuove informazioni a riguardo!  

Si parla tanto di stress, sia a livello personale, come problematica che quasi tutti percepiscono di vivere, sia nelle diverse comunità scientifiche. In effetti, la risposta di stress (o meglio “le risposte”, come vedremo fra poco) è strettamente interrelata con la vita e riguarda tutti in ogni momento. La vita moderna ci porta spesso al limite, al volere fare di più, nello studio come nel lavoro o nelle passioni, al non fermarsi  mai (“ancora uno…” è la frase tipica di fronte a una serie tv che ci appassiona, così come per un cioccolatino, una carezza e altre cose che ci piacciono), ma spesso le conseguenze di questo atteggiamento sono nel lungo periodo molto peggio del vantaggio ottenuto nel breve. 

Collegamenti tra stress, corpo, emozioni

Dal punto di vista scientifico è un bene che lo stress venga studiato da più discipline, proprio perché è un fenomeno che riguarda tutto l’organismo, che si muove su piani emotivi, mentali e corporei con continue influenze reciproche. Grazie ad approfondimenti mirati è stato possibile scoprire che esistono più assi dello stress (non, come spesso viene insegnato, un unico asse) e capire bene i fondamenti scientifici dei tipici disturbi psicosomatici. Ora, infatti, è possibile capire bene come lo stress possa generare un dolore allo stomaco, una dermatite, un dolore fisico o affettivo, depressione e anche gravi patologie degenerative. Di contro, si sono capiti bene i meccanismi inversi, per cui certe condizioni corporee possono modificare lo stato di stress mentale ed emotivo. 

I due principali e più noti assi dello stress hanno azioni dirette sul sistema respiratorio, su quello circolatorio e digestivo. In questa rappresentazione semplificata vediamo alcune delle vie più dirette di attivazione che, se lo stress diventa cronico e non ha misure di recupero e compensazione, possono portare a diversi disturbi “da stress”, tra cui tipicamente infarto, colite, disbiosi, ulcere, ecc. Vedremo che ci sono numerosi altri modi attraverso cui gli assi dello stress alterano la nostra fisiologia e possono creare numerose disfunzioni.

 

La ricerca negli ultimi anni ha rivelato una stretta interazione tra il sistema nervoso e quello immunitario nella regolazione dell'infiammazione che collega lo stress psicologico e sociale con la malattia somatica cronica e viceversa. Lo stress nel breve, ci salva la vita, ci permette di adattarci, ci aiutare a superare nuove sfide e apprendere nuove abilità. È alla base anche di vari processi motivazionali ed edonistici, basta pensare a qualsiasi gioco o sport per ritrovare tutti questi elementi. Alla lunga, quando lo stress diventa cronico, non vediamo vie di fuga o alternative, non ci sono aspetti per cui combattere o reinventarsi, non ci sono risorse (da quelle più concrete a quelle emotive e sociali), la salute paga un prezzo.  

Per capire questi meccanismi e fare un po’ di chiarezza, vediamo di seguito i principali assi dello stress. Una volta compresi questi aspetti (non è necessario conoscere e ricordasi in dettaglio tutti gli aspetti, basta avere colto i meccanismi generali), è subito evidente la necessità di un approccio integrato. Le numerose applicazioni pratiche che ne discendono saranno poi illustrate nei diversi capitoli dei libro. 

I tre principali assi dello stress

Gli assi descritti di seguito non sono indipendenti, ma agiscono sia in parallelo sia in sinergia influenzandosi a vicenda. La distinzione netta, comunque, ci aiuta a individuarne più facilmente tutti i diversi meccanismi che li compongono. 

I 3 principali assi dello stress e le loro interazioni e implicazioni a tutti i livelli della vita umana (pensiero, emozioni, movimento, postura, patogenesi, ecc.).

 

Asse 1 - L’Asse Nervoso Simpatico

 In ordine temporale, l'asse dello stress più antico conosciuto è quello Simpatico (detto anche simpatetico dall’inglese sympathetic).  Walter Cannon Bradford, con la scoperta della noradrenalina nelle fibre nervose periferiche e dell'adrenalina derivata dal surrene, ha individuato la cosiddetta risposta di attacco o fuga. Questo asse nervoso attiva il ramo ortosimpatico (in attivazione) o, viceversa, lascia spazio a quello parasimpatico (in disattivazione). Sistema simpatico e parasimpatico, diversamente da come è stato insegnato per anni, non sono opposti e antagonisti (acceleratore e freno), ma hanno un’azione sinergica (torneremo in altri punti del libro su questo aspetto).

Questo asse inizia dall’ipotalamo, poi passa dal Locus Caeruleus e attraversa altri organi fino ad arrivare ai surreni, in particolare il midollo, dove produce adrenalina e noradrenalina (dette catecolamine).

Il ruolo chiave dell’ipotalamo nelle risposte di stress, nei processi integrativi e in numerosi meccanismi di auto-regolazione è ben noto. Anche se è meno conosciuto, anche il locus caeruleus ha un ruolo centrale su più fronti. Infatti, controlla in modo centralizzato l’attività e la connettività - direttamente e indirettamente - di tutte le aree cerebrali. In particolare con effetti di regolazione sulle aree prefrontali, motorie, sensoriali e le cortecce limbiche. Questo ci fa capire come le risposte di stress siano, di fatto, risposte complete a livello fisico, motorio, emotivo e mentale. Come ulteriore controprova, disfunzioni nel collegamento tra il LC e le aree precedentemente menzionate sono rilevabili in qualsiasi disturbo psichiatrico o motorio. 

La noradrenalina, che nel breve ci attiva, alla lunga può incrementare i livelli di IgE (le immunoglobuline E), che sono anticorpi prodotti in risposta alla presenza di uno stimolo percepito come una possibile minaccia. Se la reazione di stress è prolungata e non viene portata a termine, queste immunoglobuline in eccesso danno luogo a tipici sintomi di sinusite, asma, dermatiti, ecc. Alla lunga, l’eccesso di noradrenalina fa in modo che i neuroni inducano i mastociti a degranulare istamina, favorendo così le reazioni allergiche.

Il caso di Pietro

Pietro ha 6 anni e arriva su segnalazione delle maestre che lo vedono sempre agitato e irrequieto. La mamma mi confessa preoccupata che “è così agitato che non tollera niente: a volte si gratta fino a farsi sanguinare le braccia”. Pietro ha anche un po’ di allergie e intolleranze, ma questo per la mamma non è un problema, dice “ormai è molto comune, chi non ha qualche allergia?!”. La mamma, purtroppo, ha ragione su quest’ultimo aspetto: tante persone hanno problemi immunitari che si manifestano tramite allergie e intolleranze. I livelli eccessivi di stress, che sono ormai comuni nella nostra cultura, sono uno dei motivi primari. Poi ci sono anche altri aspetti di tipo ambientale (inquinamento e perturbatori endocrini), abuso di farmaci, alimentazione pro-infiammatoria e altri aspetti che vedremo nel corso del testo. Accettare che sia normale avere problemi di intolleranze e allergie solo perché è diffuso, è un grave errore. Ricordiamoci che la norma (da cui ‘normale’) è un criteri statistico di frequenza di un evento, non significa che vada bene così. 

Nel caso specifico di Pietro, basta osservarlo mentre gioca in sala d’attesa e parlargli delle sue passioni per constatare che non ci sono pensieri negativi o preoccupazioni. È un bambino che trasmette serenità dal volto e dalle parole, sembra stare in un corpo che gli sta stretto come un vecchio vestito: si agita di continuo, si allarga il collo della maglietta e, a un certo punto, inizia a grattarsi con energia. Gli chiedo come mai lo fa, mi risponde che gli prude tantissimo, che grattare gli da sollievo, così tanto che va avanti, anche se poi gli fa male e sa che la mamma e il papà lo sgridano.

Senza il bisogno di essere un dermatologo esperto, si nota subito che la pelle è molto secca sulla braccia, ma un po’ anche sul resto del corpo. Proprio perché non sono un dermatologo, so che il piano B, dopo le dovute prove e verifiche, è di mandarlo da uno specialista. Ma il piano A è come segue. Innanzitutto, provare a verificare o falsificare la mia ipotesi: spiego a Pietro e alla mamma che magari non è nervoso, ma sente veramente un grande prurito, quindi di provare a mettere spesso una comune crema idratante (purché di buona qualità) nei prossimi giorni e vedere se migliora il prurito e, di conseguenza, si riduce il nervosismo indotto dal prurito, dal dolore e dal senso di impotenza verso quel sintomo. Questo fa in modo che Pietro si senta subito capito, qualcuno finalmente gli offre una spiegazione e non gli dice che “lui ha un problema”. Inoltre, così sa che non deve sentirsi in colpa verso i genitori, togliendo una fonte di stress ulteriore.

Come abbiamo visto poco fa, lo stress cronico libera istamina e favorisce le reazioni allergiche. Se questo è il caso di Pietro - stiamo sempre facendo un’ipotesi, ma possiamo verificarla in modo semplice - riducendo gli stress e riducendo i cibi ricchi di istamina (salumi, cibi in scatola, fragole, ecc.), ci dovremmo aspettare una riduzione dei sintomi. Per ridurre temporaneamente gli stress, parlando con la mamma, decidiamo di sospendere per una settimana le lezioni di violino (che non ama molto, ma i genitori lo spingono a farlo), di evitare l’allenamento di calcio (che gli piace, ma non è tanto bravo e un paio di altri bambini lo prendono in giro pesantemente).

Dopo 4 giorni la mamma mi scrive gridando al miracolo: dice che Pietro è un bambino sereno e non si gratta più. Ovviamente non è un miracolo, ma vuol dire che abbiamo individuato un fattore fondamentale rispetto alla genesi del problema. Successivamente è stato utile dare ulteriori accorgimenti anti-infiammatori (switch 2) e metabolici (switch 1), aiutare Pietro a trovare un equilibrio tra doveri e piaceri rispetto alle proposte dei genitori (il violino ma non solo, switch 4) e aiutarlo nella gestione dei ragazzini che lo prendevano in giro (sia a livello comunicativo-relazionale, sia lavorando sulla sua sicurezza a livello mentale e corporeo Switch 3). 

- Fine parte 1 

Nel prossimo articolo:

  • Inneschi, Terminazioni e Recuperi per l'asse Simpatetico
  • Gli squilibri immunitari di stress acuto e cronico
  • L'asse HPA - aggiornamenti 
  • Tutti gli effetti del cortisolo
  • Il caso di Annalisa: terapie perfette che non vanno a buon fine e come risolvere la situazione
  • L'asse NNA e l'infiammazione neurogena
  • il ruolo chiave delle neurotropine in diversi processi psicosomatici

  

 

 

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