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Come individuare le cause alla base di casi complessi e resistenti

NB: questo testo è un estratto dal libro "Stress, Emozioni, Salute".

Possiamo tranquillamente dire che oggi tutti i casi sono complessi e multi-fattoriali e, in un modo o nell’altro, possono essere definiti psicosomatici e resistenti al cambiamento. Lo si intuisce anche guardando le cose da una prospettive differente: quella della risoluzione. Molti casi vanno a buon fine, ma altrettante persone non guariscono e non cambiano, nonostante gli sforzi loro e dei terapeuti. A volte ci sono miglioramenti, ma spesso nel lungo periodo si assiste a recidive o altri peggioramenti.

Alcuni anni fa in psicoterapia si diceva che se non si lavora sulla causa più profonda, il sintomo potrebbe riapparire di nuovo, anche in forma differente. In questo modo, ad esempio, una fobia dei cani potrebbe sparire e poi ripresentarsi come dermatite. Questa intuizione rimane in parte valida e, in parte, va rivista ed ampliata. Il problema di fondo, in effetti, va risolto, anche se non si tratta necessariamente di un conflitto inconscio. Potrebbe essere proprio quello l’elemento centrale, ma potrebbe anche essere un’attivazione cronica dell’asse dello stress (o meglio ‘degli assi dello stress’, come vedremo più avanti), oppure alcune abitudini, lo stile di vita, il mindset, le proprie credenze e convinzioni, la nutrizione, l’infiammazione, la marcatura epigenetica, il carico allostatico o altro ancora. Nella maggior parte dei casi sarà una combinazione di questi fattori, quasi sempre in interazione tra loro. Per noi, attraversando i diversi capitoli di questo libro, sarà importante conoscere tutti questi fattori e trovare un metodo per analizzarli e gestirli in modo organizzato, ognuno all’interno della propria professione. 

In tutta questa ricca complessità è importante guardare anche al di fuori dell’individuo e considerarlo un sistema complesso che vive e fa parte di diversi altri sistemi complessi. La vita dell’uomo è sempre più contro natura, la cultura e gli ambienti fisici in cui vive sono tanto stimolanti quanto ostili al suo benessere e sviluppo fisiologico.

 

Fig. - Una scheda di lavoro basata sul modello degli Switch (che spiegheremo più avanti nel libro). Si tratta di una modalità pratica per coinvolgere attivamente il paziente o il cliente nel processo conoscitivo, dargli un senso di guida e orientamento tra i tanti aspetti in gioco e fargli notare i meccanismi di influenzamento reciproco tra tutti i diversi fattori. Inoltre, appare subito visivamente evidente l’impostazione a ricercare soluzioni pratiche per i diversi aspetti individuati. Questa scheda, come quelle di altri modelli e tecniche che vedremo nel testo, può quindi essere utilizzata per spiegare e per interagire attivamente con il proprio utente. Inoltre, può rappresentare anche uno strumento di ulteriore auto-esplorazione in autonomia tra un incontro e l’altro. 

 

Ormai la maggior parte delle persone vive quotidianamente realtà faticose e stressanti su più livelli: sono deprivati di sonno; frequentano un ambiente in cui ormai è quasi un vanto massacrarsi di lavoro, spesso a discapito di passione e relazioni; ricevono costanti richieste in ambito lavorativo e sociale a cui doversi adeguare con alte performance; vengono bombardate di stimoli dai social-network e dalla tecnologia; vivono in ambienti non naturali; mangiano cibo spazzatura che altera il metabolismo e offre poche energie; fanno scarsa o nulla attività fisica e, se la fanno, spesso è oggetto di competizione e non di piacere; e così via. Queste modalità di vita non sono sostenibili a livello neurobiologico e nemmeno hanno senso per il nostro sviluppo.

La rappresentazione grafica – non solo attraverso schemi e tabelle, ma  anche con una raffigurazione visiva del pensiero – può aiutare molto le persone a capire tutti i meccanismi e le implicazioni sistemiche alla base della propria salute fisica e mentale. Inoltre, ci permette di sottolineare in modo chiaro che un comportamento, una reazione emotiva o un modo di pensare possono essere il risultato di tanti meccanismi differenti. 

 

Fig. - Uno schema realizzato con la tecnica Spotlight (una delle diverse applicazioni del Pensiero Ideografico) che può guidare la raccolta dati facendo intuire da subito l’importanza di guardare a fattori del passato così come del presente e del futuro. Inoltre, in questo modo si riesce facilmente a far capire a una persona che il suo giudizio su sé stessa o su un’altra persona si basa su pochi dati e, di conseguenza, è riduttiva e può portare a valutazioni e scelte sbagliate.

 

Fig. pagina accanto in basso a sinistra - Ampliando la prospettiva è più facile individuare i meccanismi che generano quei comportamenti, riuscendo così a capire meglio le reali motivazioni, capirla empaticamente e con sana compassione e, in base al ruolo che si riveste in quella relazione, aiutarla nel migliore dei modi.

 

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